Da pochi anni a questa parte, il laser ha preso piede in numerosi ambiti della medicina, compreso quello dell’odontoiatria estetica. Infatti, quando utilizzato per sbiancare i denti, il laser costituisce un’alternativa tecnologica al classico bleaching (o sbiancamento) professionale.
La tecnica dello sbiancamento dentale con il laser consiste nell’applicazione di un gel a base di perossido di idrogeno (H2O2) sulla superficie dei denti. Lo stesso gel, attivato dal laser, rilascia radicali liberi che penetrano attraverso lo smalto dentale e raggiungono le molecole pigmentate dei denti – responsabili di macchie o del loro ingiallimento – frantumandole mediante reazioni di ossido-riduzione; di conseguenza, i denti appaiono più bianchi e lucidi.
L’effettivo “sbiancamento” dei denti è visibile immediatamente dopo la prima seduta con il laser e, nei giorni successivi, l’estetica del sorriso migliora ulteriormente.
Dopo la procedura
Immediatamente dopo il trattamento di sbiancamento dentale con il laser, un aumento temporaneo della sensibilità dei denti è pressoché normale. Molti pazienti accusano anche un lieve bruciore gengivale, che talvolta sfocia in un fastidio più marcato, presto risolvibile spontaneamente.
Nei 4-5 giorni successivi allo sbiancamento, si consiglia vivamente di evitare l’assunzione di bibite con coloranti artificiali, caffè, liquirizia, vino rosso e tè nero. I fumatori, invece, dovrebbero astenersi dal fumo per almeno l’intera settimana post-trattamento.
Prolungare l’effetto sbiancante
Lo sbiancamento dei denti non è permanente e dopo un periodo di tempo variabile da 12 a 24 mesi, le macchie sui denti possono deturpare nuovamente l’estetica del sorriso.
Per prolungare l’effetto sbiancante reso dal laser, è consigliata un’accurata igiene casalinga quotidiana, abbinata ad una pulizia professionale dal dentista ogni 6-12 mesi.
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